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Lo smaltimento dei rifiuti speciali è fondamentale e un sistema di smaltimento efficiente riduce i consumi energetici e i costi delle industrie, rappresentando la migliore via da seguire per un concreto risparmio delle risorse naturali offerte dalla terra. La gestione dei rifiuti speciali, laddove organizzata con precisione, gioca un ruolo cruciale nella riduzione dell’inquinamento ambientale.
Per questo motivo è importante smaltire i rifiuti speciali correttamente, in quanto un trattamento errato è dannoso per l’ambiente, per la salute e ostacola il recupero delle risorse, rallentandolo o, nella maggior parte dei casi, impedendolo. Qui di seguito una guida completa e aggiornata per imparare a smaltirli correttamente, per seguire una linea di pensiero più green e il flusso dell’economia circolare. Ma prima di iniziare, partiamo dal principio e scopriamo assieme quali sono i rifiuti considerati speciali!
I rifiuti speciali (presi in considerazione dal Dlgs n.152 sulle “testo unico ambientale”) derivano da differenti attività produttive industriali e vengono trattati, gestiti e smaltiti unicamente da aziende autorizzate. Si tratta, ad esempio, di rifiuti provenienti dal settore agricolo e agro-industriale, da attività di demolizione, costruzione e scavo, da lavorazioni industriali e artigianali, da attività di servizio o di recupero e smaltimento rifiuti, fanghi di potabilizzazione e derivanti da altri trattamenti di depurazione e ancora rifiuti di attività sanitarie, macchinari obsoleti o deteriorati, veicoli a motore, rimorchi e il combustibile.
La gestione dei rifiuti speciali è molto complessa sia dal punto di vista tecnico che da quello amministrativo. Occorre prestare particolare attenzione e seguire in modo dettagliato tutte fasi di smaltimento dei rifiuti speciali, rispettando le normative in vigore assicurandone così una corretta gestione.
In generale i rifiuti vengono suddivisi in due macro-categorie:
Inoltre, vi è una precisa classificazione dei rifiuti speciali, che si suddividono in pericolosi e non pericolosi. Vediamo le loro definizioni assieme:
Altri rifiuti speciali pericolosi vengono generati dalle attività produttive, e più precisamente: oli esauriti, rifiuti provenienti dalla produzione conciaria e tessile, dalla raffinazione del petrolio, dalla ricerca medica e veterinaria, lana di roccia, traversine ferroviarie, materiali da brucio, barattoli, medicinali, morchie, vernici, siti contaminati, indumenti protettivi, stracci, solventi, pitture, inchiostri e vernici di scarto, batterie, accumulatori, rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose, esplosivi di scarto (munizioni, fuochi d’artificio).
I rifiuti vengono definiti pericolosi sulla base di caratteristiche specifiche che li rendono nocivi per la salute umana e per l’ambiente. Pertanto si tratta di rifiuti:
La normativa relativa ai rifiuti pericolosi stabilisce che essi non possono essere smaltiti nelle comuni discariche ma necessariamente gestiti separatamente attraverso operatori autorizzati indicati dal comune di riferimento.
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I rifiuti speciali non pericolosi sono prodotti da aziende, industrie e presidi sanitari e non presentano sostanze nocive, infette, tossiche, sensibilizzanti, mutagene o corrosive. Laddove la pubblica amministrazione svolge il servizio di smaltimento dei rifiuti speciali, è possibile smaltire i rifiuti speciali non pericolosi assimilandoli a quelli domestici.
I rifiuti speciali presentano un codice CER, che permette di distinguerli e di smaltirli correttamente indicando il rifiuto in base al processo produttivo da cui è originato. L’azienda produttrice può agire attraverso due soluzioni:
A partire da Aprile 2006 è in vigore il Dlgs n. 152 relativo alle Norme in materia di ambiente, che coinvolge anche la normativa legata allo smaltimento dei rifiuti speciali. Indica i doveri dei produttori, gli impianti di smaltimento e le autorizzazioni necessarie per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti.
I rifiuti si suddividono in urbani e speciali, quest’ultimi in pericolosi e non pericolosi. La normativa precisa inoltre che lo smaltimento è attuabile unicamente nel caso in cui non esistano soluzioni di recupero.
Ogni azienda o industria che produce rifiuti speciali è in possesso di un registro utile per annotare le informazioni relative ai rifiuti prodotti. Il produttore ha l’obbligo di compilare il registro entro 10 giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto, indicando dettagli e informazioni che verranno in seguito utilizzate dal comune di competenza.
La gestione e lo smaltimento dei rifiuti speciali prevede che il produttore del rifiuto disponga di specifiche aree di raccolta, delimitate e visibilmente contrassegnate, al fine di non disperdere sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente.
Il trasporto di rifiuti pericolosi deve avvenire sempre e unicamente attraverso l’ausilio di colli specifici dividendoli in base alla composizione. Inoltre, è obbligatorio segnalare i rifiuti pericolosi con il loro relativo codice CER, e quelli che seguono il trasporto merci ADR anche con il relativo numero ONU.
La legge, attraverso l’art. 4 del D.lgs del 13 gennaio 2003, n.36, ritiene l’azienda produttrice di rifiuti speciali responsabile della relativa classificazione e dell’attribuzione del codice CER. E’ necessario pertanto affidarsi ad aziende di settore che supportino in questa fase preliminare allo smaltimento.
Come già detto specificato in precedenza è necessario trattare e smaltire i rifiuti speciali in base alla classificazione -pericolosi o non pericolosi- , attenendosi alle normative in vigore e affidandosi ad aziende autorizzate e certificate. Dopo il deposito temporaneo i rifiuti devono essere smaltiti e l’azienda produttrice quindi ha due possibilità: Inviare i rifiuti negli impianti ogni 3 mesi in maniera non dipendente dalla qualità prodotta. Oppure, inviarli entro 1 anno se la quantità è inferiore a 30 metri cubi di cui massimo 10 di rifiuti pericolosi.
I costi per lo smaltimento dei rifiuti speciali varia a seconda della tipologia di rifiuto, ed è quindi fondamentale una precisa analisi di classificazione al fine di identificare eventuali sostanze nocive e, in seguito, rilevare il livello di tossicità. Queste informazioni determinano diverse fasce di prezzo, modalità di trasporto e di smaltimento.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi non è soggetto a quanto previsto dalla normativa 152/2006 rispetto alle Norme in materia ambientale, che stabilisce gli obblighi dei produttori e i costi di smaltimento. Nel caso di trasporto e smaltimento di sostanze pericolose, radioattive o tossiche è necessario invece attenersi a quanto previsto dall’ADR, e più precisamente: tutte le disposizione relative a imballaggio, etichettatura, limitazione quantitativa. Le tariffe possono variare in base al Km percorso dal centro di stoccaggio al luogo di ritiro.
Per smaltire i rifiuti speciali occorre necessariamente affidarsi ad aziende competenti che guidino in ogni fase del processo, dalla raccolta allo stoccaggio fino allo smaltimento. Se devi smaltire i tuoi rifiuti speciali a Trieste o in Friuli, New Eco - Laboratorio di analisi ambientali - è il tuo partner ideale: contattaci e chiedi il nostro supporto!
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