Classificazione dei rifiuti

Classificazione rifiuti: linee guida e tipologie di rifiuti

La classificazione dei rifiuti permette di distinguere tipologie molto diverse di rifiuto che occorre saper distinguere ai fini di una corretta gestione e di un efficace smaltimento nonché per tutelare l’ambiente valorizzando, inoltre, eventuali scarti. I rifiuti prevedono una classificazione precisa che include quattro categorie distinte:

  1. rifiuti urbani;
  2. speciali;
  3. urbani pericolosi;
  4. speciali pericolosi.

 

Definizione Rifiuti: cosa è e cosa non è considerato "immondizia"?

Secondo il D.Lgs 3 dicembre 2010- che va ad esplicare le disposizioni della Direttiva 2008/98/CE, il termine rifiuto si riferisce a “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”

Questa definizione include qualsiasi attività di smaltimento o recupero o rivalutazione del rifiuto, sia esso prodotto da un privato oppure da un’azienda. 

 

Quali sono i criteri utilizzati nella classificazione dei rifiuti? 

Secondo l’articolo 184, i rifiuti vengono classificati in base alla loro origine e suddivisi quindi in urbani, speciali, non pericolosi e pericolosi. 

Tale classificazione avviene secondo quanto previsto dal Catalogo Europeo dei rifiuti (CER) che contiene un elenco esaustivo di ogni tipologia di rifiuto.

Ad ogni rifiuto è assegnato quindi un codice CER composto da tre coppie di numeri:

  • la prima coppia si riferisce al capitolo, ovvero la famiglia di attività da cui proviene il rifiuto. Esso può essere prodotto da impianti di trattamento di rifiuti oppure di acque reflue fuori sito, della potabilizzazione dell'acqua e della sua preparazione per uso industriale; 
  • la seconda coppia di numeri indica il sottocapitolo e determina una particolare attività produttiva nell'ambito della famiglia. Fa riferimento, dunque, ad una tipologia di rifiuti prodotti dal trattamento meccanico degli stessi, e più precisamente: selezione, triturazione, compattazione oppure riduzione in pellet; 
  • la terza coppia di cifre indica, infine, una particolare tipologia di rifiuto originata dall’ attività industriale individuata con la seconda coppia di cifre.

 

Catalogazione rifiuti: chi sono i soggetti responsabili?

La catalogazione dei rifiuti è indispensabile e fondamentale, e i suoi effetti si ripercuotono su qualunque altra fase successiva della gestione del rifiuto, inclusi gli adempimenti amministrativi legati a contabilità e tracciabilità dei rifiuti. La classificazione C.E.R. deve avvenire necessariamente prima che il rifiuto lasci il luogo di origine e deve essere gestita dal produttore a cui spetta assegnare il relativo codice CER secondo le disposizioni previste dalla decisione 2000/532/CE.

 

Come si classificano i rifiuti? Ecco le tipologie secondo il D.Lgs 152/06

L'articolo 184 del D. Lgs 152/2006 si riferisce al principio secondo cui si classifica un rifiuto, partendo dall’ origine dello stesso. E’ possibile quindi identificare “rifiuti urbani” o “rifiuti speciali”, e il processo da cui essi vengono generati, oltre ovviamente allo stato (solido, polveroso, fangoso, liquido).

 

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Rifiuti Speciali 

La classificazione dei rifiuti speciali è utile ad individuare e poi smaltire una specifica categoria che interessa i rifiuti prodotti da attività industriali, aziende e presidi sanitari, e più precisamente tutti quelli che non hanno una provenienza urbana e che non contengono sostanze nocive, infette, tossiche, sensibilizzanti, mutageni o corrosive.

 

Rifiuti urbani 

Secondo il decreto rifiuti, si definiscono rifiuti urbani tutti i rifiuti indifferenziati provenienti anche da raccolte domestiche.

 

Rifiuti pericolosi

La classificazione dei rifiuti pericolosi definisce tale un  rifiuto che presenta una o più caratteristiche di pericolosità, ovvero:

  • esplosivo;
  • facilmente infiammabile;
  • corrosivo;
  • cancerogeno;
  • nocivo;
  • tossico;
  • comburente;
  • mutageno;
  • ecotossico;
  • sensibilizzante;
  • infettivo;
  • tossico per la riproduzione.

 

Rifiuti speciali pericolosi

Questa categoria include i rifiuti speciali aventi le caratteristiche di pericolosità individuate dalla normativa. Tra questi vi sono i rifiuti derivanti da:

  • processi chimici;
  • dalla raffinazione del petrolio;
  • dall’industria fotografica;
  • dall’industria metallurgica;

e ancora;

  • gli oli esausti;
  • i solventi.

e infine i rifiuti prodotti da:

  • attività conciarie e tessili;
  • dagli impianti di trattamento dei rifiuti;
  • dal settore ospedaliero, dai medici e dai veterinari.

 

Rifiuti urbani pericolosi

La categoria dei rifiuti urbani pericolosi comprende tutti quei rifiuti urbani che, sebbene prodotti a livello civile, contengono sostanze pericolose (ad esempio pile oppure medicinali scaduti).

 

Classificazione e analisi di caratterizzazione dei rifiuti: quali sono le differenze?

L’analisi di caratterizzazione del rifiuto è uno strumento a tutela del produttore che consiste, appunto, in un’analisi dettagliata che determina le caratteristiche del rifiuto attraverso una meticolosa raccolta delle informazioni necessarie ad un corretto e sicuro smaltimento finale. Tale procedimento può essere definito come un processo di analisi chimica che consente di determinare la pericolosità del rifiuto. In caso di pericolosità appurata è necessario identificare le caratteristiche di pericolo: infiammabile, corrosivo, cancerogeno, etc.

E’ necessario conoscere perfettamente il ciclo produttivo del rifiuto, ai fini di un’analisi precisa. Altrettanto fondamentale è la campionatura del rifiuto: occorre infatti effettuare un prelievo di un campione rappresentativo che presenti le caratteristiche della massa originaria di provenienza. Infine, occorre produrre una scheda di caratterizzazione del rifiuto da conservare e presentare a richiesta. La scheda deve riportare:

  • l’intero ciclo produttivo;
  • le sostanze che formano il rifiuto nel ciclo produttivo;
  • eventuali analisi di classificazione per appurare la concentrazione delle sostanze rilevate al punto precedente o escluderne la presenza.

La classificazione e caratterizzazione dei rifiuti sono operazioni cruciali, soprattutto la seconda in quanto fornisce le informazioni fondamentali, come composizione, consistenza, tendenza a produrre percolato, possibilità di trattamento e altri parametri, utili a determinarne l’ammissibilità presso impianti di smaltimento o recupero.

 

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