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La consapevolezza riguardo agli Pfas, sostanze perfluoroalchiliche, è fondamentale per proteggere la nostra salute quotidiana. In questo articolo esploreremo cosa sono gli Pfas, dove si trovano, in che modo si annidano nei nostri alimenti e nell'acqua potabile e come possiamo adottare strategie efficaci per evitarli e preservare il nostro benessere.
Partiamo dal significato dell'acronimo PFAS: Perfluoroalkyl Substances. Si tratta di una classe di composti chimici (sostanze perfluoroalchiliche) di sintesi, contenenti legami di carbonio-fluoro, caratterizzati da una resistenza eccezionale al calore, all'acqua, agli oli e agli agenti chimici. Queste sostanze sono state ampiamente utilizzate in vari settori industriali, inclusi prodotti impermeabili, imballaggi alimentari e schiuma antincendio. Questi elementi si infiltrano silenziosamente nella nostra vita attraverso sorgenti inaspettate, ponendo sfide significative alla nostra salute e al benessere generale.
Da dove provengono gli Pfas e come si insinuano nel nostro ambiente? La comprensione delle origini di questi composti è cruciale per affrontare il problema alla radice e per interrompere il ciclo di contaminazione che minaccia la qualità della nostra alimentazione e dell'acqua che consumiamo.
Gli Pfas sono stati introdotti nell'ambiente principalmente attraverso lo smaltimento di rifiuti industriali e la pratica di scaricare sostanze inquinanti nell’ambiente. Il loro impatto negativo si è esteso al suolo, a fonti di acqua potabile e persino agli alimenti. Per individuare la fonte degli Pfas è fondamentale esaminare il percorso che queste sostanze percorrono nell'ambiente, dagli scarichi industriali alle fonti naturali.
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Un approfondimento dettagliato delle sostanze perfluoroalchiliche più comuni rivela la loro presenza diffusa in molteplici contesti. L'identificazione di queste sostanze è la chiave per mitigare i rischi associati al loro utilizzo. Queste sostanze, una volta presenti nell'ambiente, possono persistere per lungo tempo, contribuendo al problema dell'inquinamento.
Ecco un elenco degli Pfas più comuni:
Questo elenco, sebbene non completo, fornisce un'idea delle principali varianti di Pfas che possono essere presenti nei prodotti di consumo. Esplorare queste varianti è essenziale per comprendere meglio il profilo di rischio e per adottare misure preventive mirate.
Capire dove questi composti si concentrano maggiormente è il primo passo per adottare misure preventive. Gli Pfas possono infiltrarsi negli alimenti e nell'approvvigionamento idrico. Fonti comuni includono pesce, carne e verdure irrigate con acqua contaminata. Le zone industriali, ad esempio, possono presentare concentrazioni più elevate, e le regioni con un passato di attività industriali intensive possono mostrare livelli più elevati di Pfas nelle risorse idriche e nel terreno. Allo stesso modo, alcune categorie di cibo, come pesce di grandi dimensioni, uova e fegato, possono accumulare maggiormente Pfas nel corso del tempo, pertanto si consiglia di limitare il consumo di tali alimenti provenienti da aree impattate. Questo tipo di sostanze è diffuso in tutte le acque, persino nelle piogge su aree remote, ma molte persone continuano a consumare l'acqua del rubinetto, generalmente ritenuta controllata.
La situazione in Veneto, in particolare nella zona compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova, evidenzia le conseguenze dirette dell'inquinamento da Pfas. Queste sostanze sono presenti nel terreno, nell'acqua e negli alimenti, con concentrazioni che aumentano notevolmente nelle zone civilizzate e vicino ai luoghi di produzione o lavorazione degli Pfas.
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L'esposizione prolungata agli Pfas è associata a diversi rischi per la salute. Vediamo quali sono i principali sintomi di un eccessivo accumulo di Pfas nell’organismo:
La consapevolezza è il primo passo per proteggerci dagli Pfas. Esploriamo strategie pratiche per ridurre l'esposizione:
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Se desideri garantire che l'acqua che consumi sia priva di Pfas, ci sono diverse strategie pratiche che puoi adottare. Prima di tutto, considera l'uso di filtri specifici progettati per rimuovere gli Pfas dall'acqua. Questi filtri, attentamente selezionati, possono costituire un'efficace barriera contro queste sostanze potenzialmente dannose.
Un'altra opzione da valutare è l'installazione di un sistema di osmosi inversa. Questo metodo è noto per la sua capacità di eliminare una vasta gamma di contaminanti, inclusi gli Pfas, assicurando che l'acqua che raggiunge il tuo rubinetto sia più pulita e sicura.
I sistemi di filtrazione a carbone attivo rappresentano un'alternativa affidabile. Questo tipo di filtrazione è particolarmente efficace nella rimozione degli Pfas e può essere integrato nel sistema di trattamento dell'acqua della tua casa.
Considera anche l'uso di resine a scambio ionico, comunemente conosciute come sorboni, progettate per catturare gli ioni di Pfas.
Se preferisci un approccio basato sulla tecnologia delle membrane, esplora i sistemi di filtrazione che utilizzano membrane progettate specificamente per intrappolare le particelle di Pfas. Assicurati di scegliere una membrana adatta a questo scopo per garantire risultati ottimali.
Ricorda inoltre l'importanza di una manutenzione regolare del sistema di depurazione: segui attentamente le istruzioni del produttore e sostituisci i filtri o le componenti secondo le raccomandazioni per assicurare che il sistema mantenga un'efficienza costante nel tempo.
Puoi anche utilizzare test specifici per Pfas per monitorare l'efficacia del tuo sistema di depurazione.
Se hai dubbi o desideri consigli personalizzati, considera di consultare esperti del settore o professionisti della depurazione dell'acqua. Con il giusto approccio e le giuste precauzioni, puoi godere di un'acqua potabile più sicura per te e la tua famiglia.
Il panorama normativo relativo agli Pfas è stato significativamente ampliato con l'introduzione di regolamenti europei mirati a proteggere la salute umana e a garantire la sicurezza alimentare.
Un punto chiave della normativa è rappresentato dal regolamento (UE) 2022/2388, in vigore dal 1° gennaio 2023, che ha modificato il regolamento (CE) n. 1881/2006. La modifica ha introdotto tenori massimi specifici per Pfas in diverse categorie di prodotti alimentari (carne, pesce, crostacei e molte altre), con l'obiettivo di proteggere le fasce di popolazione più sensibili, come neonati e bambini. La normativa impone inoltre ai Produttori del Settore Alimentare, in particolare quelli che commercializzano prodotti di origine animale, di includere analisi specifiche per la ricerca di Pfas nei loro Piani di Autocontrollo.
L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) gioca un ruolo cruciale nel monitorare e valutare i rischi associati agli Pfas nei prodotti alimentari. Le valutazioni dell'EFSA contribuiscono alla definizione di limiti di sicurezza e al mantenimento di standard elevati per proteggere la salute pubblica.
È importante notare che i prodotti alimentari legalmente commercializzati prima del 1° gennaio 2023 possono rimanere sul mercato fino al termine minimo di conservazione o alla data di scadenza. Tuttavia, quelli immessi sul mercato successivamente sono tenuti a rispettare i nuovi tenori massimi specificati nella sezione 10 sulla presenza di Pfas.
È fondamentale inoltre tenere presente che le leggi e le normative sono in continua evoluzione, e si consiglia di consultare le autorità locali e internazionali per le informazioni più aggiornate.
In conclusione, l'inclusione degli Pfas nel regolamento europeo rappresenta una pietra miliare nella tutela della salute pubblica e nella promozione di una maggiore sicurezza alimentare. L'introduzione della sezione dedicata alle sostanze perfluoroalchiliche è una risposta diretta alla crescente consapevolezza dei rischi associati agli Pfas e mira a mitigare tali rischi attraverso rigorosi controlli e limiti di legge.
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